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A bordo con… Tribordo!

Con questa nuova serie di interviste vogliamo condividere con voi le esperienze di viaggi e di vita di chi lavora con noi.

Oggi ascoltiamo cosa ha da raccontarci Andrea, che voi conoscete con il nome da Pirata “Tribordo”.

Pubblicato da
Mara Zatti·19/09/2023
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Raccontaci un po’ di te!

Ciao Pirati!

Mi chiamo Andrea, sono nato a Torino ma cresciuto vicino Roma. Nel corso degli anni ho vissuto in varie città, soprattutto a Roma ma anche a Berlino, Torino, Milano e Venezia. Studiare mi è sempre piaciuto per cui dopo la laurea in Comunicazione ho proseguito con Storia e con tanti corsi, tra cui un master in Tecniche della narrazione.

Nel frattempo ho sempre lavorato e, dopo qualche esperienza nel giornalismo e nel web design, ho cominciato ad occuparmi di audiovisivo e spettacolo dal vivo, soprattutto documentari e teatro.

Questo mi ha permesso di conoscere e lavorare con persone straordinarie (non posso non citare almeno Dario Fo e Franca Rame) ma anche di viaggiare molto, non solo per lavoro ma anche nel tempo libero tra un progetto e l’altro, oppure all’inseguimento di festival di cinema o musica, una dimensione che mi è sempre piaciuta tantissimo!

E alla fine, dopo un po’ di anni, l’amore per i viaggi ha preso il sopravvento e ho deciso di renderlo ancora più centrale facendolo diventare anche un lavoro.

Come sei diventato un membro di PiratinViaggio?

Dopo anni da freelance come regista, produttore e montatore di documentari, avevo perso un po’ di stimoli e volevo provare qualcosa di nuovo. Guardandomi attorno il settore del turismo sembrava il percorso più naturale per me, ho iniziato a frequentare le fiere del settore in cerca di idee, e alla ITB di Berlino mi sono imbattuto nella nave pirata (in senso letterale, lo stand era proprio così) di HolidayPirates. La prima impressione è stata fantastica e ho trovato una posizione aperta per il mercato italiano. Dopo vari colloqui sono arrivato per così dire in “finale”, ma per il posto è stato scelto il mio futuro collega e amico Hook. In quel momento ero in partenza con un’amica per New York, dove avevo l’opportunità di passare l’estate subaffittando un appartamento ad un prezzo imperdibile, quindi non l’ho presa poi così male e mi sono goduto la Grande Mela. Non potevo certo immaginare che la frase “ci sei piaciuto, ti ricontatteremo prima di aprire nuove posizioni in futuro” fosse vera e non di circostanza, perché un anno dopo è esattamente ciò che è avvenuto!

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Mi piace molto andare al lavoro ed è una bella fortuna, me ne rendo conto. Nel nostro ufficio e in particolare nel team italiano c’è davvero un bel clima e grande spirito di gruppo, anche perché la nave dei Pirati va tanto lontano quanto forte e motivato è il suo equipaggio: viaggiatori appassionati e professionisti esperti, ciascuno nel suo campo, dai quali c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.

E poi, parliamoci chiaro: passare la giornata a cercare viaggi e notizie sui viaggi? Sembra strano che qualcuno mi paghi per farlo!

Qual è stata la migliore offerta che hai visto e acquistato nel tuo periodo da PiratinViaggio?

Vorrei citare un volo comprato poco prima di cominciare a lavorare per i Pirati, quando ero ancora solo un utente come tanti.

Si tratta di un’offerta pubblicata dal mitico Pirata Bauletto su “voli diretti in alta stagione per Punta Cana a 174€ a/r”. Non pensavo minimamente alla Repubblica Dominicana, ma a quel prezzo… Ispirato dall’offerta sono partito e ho passato 10 giorni da favola ai Caraibi a gennaio, mentre in Italia c’erano 25 gradi in meno!

Mi sembra una perfetta offerta Pirata per tre motivi:

-non l’eccezione di un errore-prezzo, ma una promo con validità limitata per lanciare una nuova compagnia aerea, spendendo meno di un terzo della norma.

-La partenza da Barcellona. Un problema, un fastidio? No, per un Pirata è un’opportunità: un volo low cost dall'Italia, un hotel economico e si fanno due vacanze in una, combinando città e mare, movida e relax.

-Il bagaglio in stiva non è compreso. Che si fa? Si usa bene il trolley del bagaglio a mano, si risparmia e si viaggia persino più comodi.

Cosa significa per te viaggiare?

Il primo viaggio che ho fatto non lo ricordo, e non potrei nemmeno farlo. Ero in Cappadocia ancora nella pancia di mia madre, ma qualcosa deve essere rimasto impresso comunque, un sapore o una promessa, perché viaggiare è diventato una costante per tutta la mia vita.

Ho avuto la fortuna di farlo molto da bambino con i miei genitori i quali, entrambi insegnanti, avevano il tempo e la voglia di dedicare l’estate ad attraversare in tenda o in camper un’Europa ancora ricca di frontiere.

Poi è arrivato il primo viaggio indipendente, e trovarsi a 15 anni con un amico a Londra è stata davvero una bella iniziazione. Da lì in poi non ho più smesso, investendo nei viaggi più tempo e risorse possibili.

Più tempo perché mi sono presto reso conto di preferire tempi lunghi in un solo Paese al turismo mordi e fuggi, e quando sono riuscito a farlo, in America Latina, in Europa o nel sud-est asiatico, si è trattato ogni volta di grandi occasioni di crescita.

Perché?

Non è solo il momento nel quale mi sento pienamente me stesso, ma ogni volta mi sembra che viaggiare sia un incredibile acceleratore di esperienze: l’intensità di stimoli, incontri, opportunità di riflessione e di conoscenza non possono che produrre come risultato una versione migliorata di noi stessi.

È uno strano fenomeno che genera anche dipendenza, certo, ma con effetti positivi duraturi che ci portiamo dietro nella nostra vita “normale”, un bagaglio di maggiore consapevolezza di sé e del mondo, idee e pensieri nuovi, e naturalmente ricordi indelebili cui ricorrere quando ne abbiamo bisogno.

La tua società offre di fare smart working da dove si preferisce: da dove hai intenzione di farlo?

L’opportunità è davvero ghiotta, e potrebbe renderci dei Pirati sempre più esperti, permettendoci di conoscere ancora più destinazioni da proporre poi con il nostro tocco personale.

Adoro Berlino e l’ho sentita un po’ casa fin dal primo incontro, per cui conto comunque di passarci molto tempo, anche per andare in ufficio, vedere i miei colleghi e lavorare con il panorama sulla Sprea.

Ma ora posso anche scegliere di passare quanto tempo voglio a Roma, dove lavora la mia compagna, e provare ogni tanto l’affascinante stile di vita del Nomade Digitale.

Non so se lo sposerei al 100%, perché certo, è fantastico pensare di lavorare da una spiaggia balinese o da una baita di montagna, ma c’è bisogno anche di un po’ di struttura e punti fermi, soprattutto in termini di rapporti personali.

Però ci sono tanti posti che ho visitato dove mi sono detto “qui ci verrei volentieri a passare 2-3 mesi” o città che mi piacerebbe vivere un po’ meno da turista, come Ragusa Ibla, Cadice, Chiang Mai, Lisbona, Lanzarote, le Dolomiti, Tallinn e ovviamente anche Bali!

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