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Vite. Storie di Vino e di Donne: Intervista a Vera Prada

Intervista a Vera Prada sul suo percorso di vita, il progetto Vite Storie di Vino e di Donne, "il luogo online dove le donne che amano il vino e quelle che lo producono si incontrano" e l'empowerment al femminile.

Pubblicato da
Mara Zatti·19/09/2023
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Raccontaci un po’ di te

Mi chiamo Vera Prada, ho 30 anni, vivo in un paesino di campagna poco lontano da Milano e sono una Brand Storyteller, cioè mi occupo di progettare racconti di persone e aziende sul web e nel digitale. Sono laureata in Sociologia dei processi Culturali e Comunicativi, con un master in Project Management per la Comunicazione Multimediale. Sono da sempre impegnata nell’empowerment femminile e giovanile, sono capo scout, socia di She Tech e Circle Leader di Lean In, con cui ho creato un percorso rivolto a giovani professionisti e professioniste per dare un taglio alla sindrome dell’impostore, in particolare nel mondo del lavoro. Sono anche giornalista, amo raccontare storie che penso abbiano bisogno di essere raccontate. A fine 2020, in un periodo lavorativamente complesso per entrambe, insieme alla mia amica Agnes Antal, anche lei professionista del marketing digitale, ho creato Vite storie di vino e di donne, per cui mi occupo di storytelling, comunicazione e pubbliche relazioni. Il vino è una mia passione recente. Del vino mi piace la capacità di far avvicinare le persone; mi affascina soprattutto come viene fatto e, dato che sono una buona forchetta e amo cucinare, con cosa è meglio abbinarlo. Il mio preferito è il Pinot Noir, anche se sto sviluppando una passione per gli Orange.

Agnes Antal (nella foto a sinistra, ndr), che con me ha fondato Vite, ha 31 anni, è ungherese di nascita e italiana d’adozione, vive a Milano. È laureata in Economia e lavora come Sales & Community Specialist; le piace definirsi come una multipotenziale, una donna piena di passioni ed interessi. Ha creato il vlog #mydigitalife ed è stata Community Manager per il settore foodtech a Talent Garden. Appassionata di sviluppo personale, crede nell’importanza dell’empowement femminile. Anche lei è socia di Shetech. Per Vite storie di vino e di donne si occupa di rapporti commerciali e di partnership. Il suo vino preferito è il Rosè, ma non rifiuta mai un calice di Franciacorta.

Da oltre un anno hai dato il via, insieme a Agnes Antal, a Vite Storie di Vino e di Donne, un progetto per dare visibilità a produttrici vitivinicole italiane. Ce ne parli?

Vite Storie di Vino e di Donne è il luogo online dove le donne che amano il vino e quelle che lo producono si incontrano. Il progetto nasce alla fine dell’estate 2020, dall’impegno per l’empowerment femminile e dalla passione per il vino che ha sempre contraddistinto la nostra amicizia. Vite è il modo in cui abbiamo scelto di sostenere le produttrici vitivinicole italiane, duramente colpite dalla situazione economica conseguente alla pandemia. Abbiamo scelto di sostenerle attraverso l’acquisto di cofanetti degustazione che contengono un vino, scelto dalla produttrice stessa perché rappresentativo della sua arte e della sua storia; la storia della produttrice, raccontata da lei stessa in formato testo o video; e una degustazione guidata, sempre in formato video o testo, che permette l’incontro speciale tra una donna che ama il vino e la donna che lo ha prodotto. Abbiamo pensato il cofanetto con l’obiettivo che ogni volta che abbiamo voglia di degustare un buon vino con consapevolezza e ogni volta che abbiamo voglia di ascoltare una storia da cui imparare qualcosa di nuovo e lasciarci ispirare, accompagnata da un buon vino, lo possiamo fare, ovunque noi siamo. Allo stesso tempo, infatti, abbiamo voluto donare la possibilità a tutte le donne di entrare in contatto con queste storie, di resilienza, coraggio e sogni da realizzare, e di scoprire i loro vini, prodotti italiani artigianali, unici nel loro genere, fatti con amore, competenza e vocazione. Ci piace pensare che con Vite possiamo ispirare le donne a realizzare i propri progetti e aspirazioni, partendo dalle proprie passioni e da quella che sentono essere la propria vocazione. Crediamo in noi donne, nei nostri progetti, nei nostri sogni. Crediamo che intrecciare connessioni le une con le altre sia il modo migliore per raggiungerli.

I vini e le donne protagoniste del progetto provengono un po’ da tutta Italia. C’è un vino o una storia che ti ha colpito particolarmente?

Facciamo molta attenzione a selezionare le realtà dove la donna è protagonista in tutte le fasi e luoghi della produzione del vino. Lo troviamo davvero importante proprio per l’obiettivo di Vite: mettere in risalto le storie delle artigiane dell’uva perché siano davvero di ispirazione per le altre donne e per apprezzare ancora meglio il lavoro e la dedizione che c'è dietro una bottiglia di vino. Ad oggi abbiamo 15 produttrici sulla nostra piattaforma; e altre stanno arrivando in questo mese. Siamo felici di accogliere tutte le cantine a conduzione femminile, ed ampliare ancora di più i territori di provenienza.

Ho sentito il bisogno di creare Vite perché volevo restituire quello che le storie delle artigiane dell’uva mi avevano donato mentre mi trovavo in un momento professionalmente, e umanamente visto che eravamo in piena pandemia, difficile. Amo tutte le storie, per motivi diversi. C’è Chiara Ciavolich, che dall’Abruzzo fa il vino per portare avanti la tradizione di famiglia e dice “faccio il vino perché voglio rispondere che sono proprio io al comando a tutti quelli che mi guardano curiosi e si son sempre aspettati un uomo dietro di me”. Poi c’è Chiara Cane, dal Piemonte, che dice “i miei vini mi rappresentano, sono vini di carattere, appassionati e testardi, con una punta di dolcezza” oppure ancora Filomena Greco , dalla Calabria, “Del mio lavoro amo la fortuna di poter vedere trasformare un prodotto della natura in un prodotto degli dei che allieta il cuore dell’essere umano. È faticoso come qualsiasi attività legata alla terra, ma dà anche tante soddisfazioni”.

Dal successo di questa esperienza è nata anche l’idea di un progetto di formazione aziendale rivolta a gruppi di lavoro al femminile, con protagoniste le stesse produttrici. Cosa prevede?

Grazie ai riscontri positivi di questi primi mesi, abbiamo da poco anche iniziato a sviluppare un ramo del progetto più ampio che coinvolgerà le aziende. Stiamo lavorando per costruire un’occasione di formazione per gruppi di lavoro e per professioniste occupate in realtà che desiderano migliorare le proprie competenze in termini di leadership, coinvolgimento, diversity&inclusion e community building. In questo, metodi di narrazione ed educazione non formale e l’incredibile storia delle artigiane dell’uva, anch’esse coinvolte in prima persona, potranno a nostro parere fare tanto per promuovere la presenza delle donne nelle posizioni apicali delle organizzazioni.

Progetti per il futuro

Io e Agnes siamo felicissime della strada percorsa. Sei mesi fa abbiamo creato questo progetto in sole tre settimane, oggi sogniamo di farlo crescere, di accogliere sempre più artigiane dell’uva, con le loro storie e i loro vini. Sogniamo di continuare a sostenerle, attraverso la vendita dei cofanetti e attività anche in cantina che stiamo progettando proprio insieme a loro in questi giorni. Il primo progetto per il futuro è quello che, infatti, ci consentirà di incontrarle quest’estate e farle incontrare a tutte donne che amano il vino e che desiderano prendere ispirazione dalle loro storie.

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