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A bordo con: Vittoria Belogi, alias Wendy

La nostra piratessa si presenta e vi racconta come tutto è cominciato

Pubblicato da
Mara Zatti·09/11/2021
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Oggi per la nostra serie di interviste vi presentiamo Vittoria Belogi, anche conosciuta dal team e dagli user come Wendy! Scoprite perché il Brasile la affascina e come è passata dallo studio delle lingue a diventare una dealhunter!

Dettagli

Raccontaci un po’ di te!

Ciao Pirati! Mi chiamo Vittoria Belogi ma in arte piratesca mi conoscete meglio come Wendy, ho 26 anni e vengo dalle Marche, più precisamente da Senigallia.

Vivo e lavoro ormai da due anni a Berlino, ma non chiedetemi come ci sia capitata! La mia formazione ha infatti tutt’altra “direzione”, oserei dire più latina e soprattutto meteorologicamente più calda. Ho studiato infatti lingua e letteratura spagnola e portoghese a Bologna, ma non posso dire di aver passato molto tempo lì: ho approfittato infatti di ogni opportunità per fare la valigia, unendo la mia passione per i viaggi con lo studio. Ho trascorso il secondo anno di università in Portogallo, presso l’Universiade de Coimbra, ed il terzo in Brasile, alla Pontificia Universidade Catolica di Rio de Janeiro. Con la testa ancora in Sud America sono tornata a Bologna giusto in tempo per laurearmi e sono immediatamente ripartita alla volta di Barcellona, dove ho lavorato come insegnante di italiano per stranieri per quasi un anno. Berlino è arrivata come ogni grande amore per caso ed all’improvviso, e sono così innamorata che non riesco ad immaginarmi in nessun altro posto che qui per il prossimo futuro.

Come sei diventata membro di PiratinViaggio?

Ricordo ancora il giorno in cui lessi l’annuncio su LinkedIn, PiratinViaggio stava cercando un nuovo Junior Editor per ampliare il proprio leggendario team. Ho immediatamente inviato il mio CV anche chiedendo consiglio ad un amico che lavora tuttora nel team italiano ma nel marketing della nostra company. Dovevo ottenere quel lavoro: ho scritto una lunghissima lettera di presentazione cercando di inserire tutto l’amore e la curiosità che ho verso il mondo, anche in maniera poco formale ma sicuramente intensa: direi che ha funzionato!

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Sarebbe meglio chiedere “Cosa non mi piace del mio lavoro”! Ho l’opportunità di conoscere luoghi stupendi e di capire come raggiungerli e soggiornarci nella maniera migliore, sia a livello qualitativo sia economico, mi sembra un sogno. Inoltre lavoro con persone incredibili che mi insegnano come crescere professionalmente, supportandomi e spingendomi a dare il massimo ogni giorno, è molto stimolante.

Qual è la definizione di una “buona offerta”, secondo te?

Spendere il meno possibile per un’offerta di ottima qualità: possono essere voli diretti verso mete difficili da raggiungere o notoriamente costosi a prezzi ottimi o un soggiorno a 4/5 stelle con Spa e colazione inclusa al prezzo di una pizza. Ricordo quando il mio collega Hook (inserire link a sua intervista) pubblicò un volo per Sao Paolo in Brasile con un solo scalo ad 84€: questa per me è l’essenza di PiratinViaggio.

Quale viaggio ti ha cambiato la vita?

Come anticipavo prima, ho avuto l’immenso regalo di poter studiare all’estero, prima in Portogallo e poi in Brasile. A Rio de Janeiro ho vissuto prima a Copacabana, poi a Leblon fino alla favela di Vidigal, proprio in cima al Morro Sois Irmãos. Stavo così in alto che a volte le nuvole erano sotto al nostro tetto, ed avevo una meravigliosa amaca da cui guardavo la spiaggia di Ipanema facendo colazione. In compenso non avevamo i vetri alle finestre e spesso mancava l’acqua corrente, ma non sono mai stata così felice come allora.

Adesso che la ditta offre di fare smart working da dove si preferisce, da dove hai intenzione di lavorare?

Per fortuna PiratinViaggio permette a tutti di lavorare da remoto, come e quando vogliamo! Quindi, se penso ad uno scenario ideale senza Covid19, sarei già probabilmente in Brasile o in qualche spiaggia idilliaca del sud est asiatico lavorando fronte mare coi piedi nella sabbia. Essendo realista, ora ho l’opportunità di poter passare molto più tempo con la mia famiglia in Italia, cosa che non mi capitava nemmeno quando ero ancora una studentessa. Sia chiaro: lo smart working a Bali è solo in stand-by!

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