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Booking.com sotto accusa: maxi multa e class action europea

Booking.com nella bufera. Dopo la multa record da 413 milioni di euro inflitta in Spagna per abuso di posizione dominante, ora la piattaforma di prenotazioni online rischia di dover pagare miliardi di euro di risarcimenti a causa di una class action europea che coinvolge oltre 10mila hotel.

Vediamo insieme cosa è successo, quali sono le accuse e cosa potrebbe cambiare nel mercato dei viaggi online.

Pubblicato da
Cipi·16/09/2025
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La multa della CNMC in Spagna ⚖️

La CNMC spagnola (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia) l'anno scorso ha sanzionato Booking.com con la multa più alta mai imposta dall’autorità: 413 milioni di euro.

Le motivazioni?

  • Clausole che impedivano agli hotel di proporre prezzi più bassi sui loro siti rispetto a Booking.com.

  • La possibilità, riservata alla piattaforma, di abbassare unilateralmente i prezzi delle camere.

  • Costi e condizioni di contratto svantaggiose per gli hotel, con sede legale e tribunali competenti ad Amsterdam.

  • Mancanza di trasparenza nei programmi Plus e Genius, che spingevano gli hotel a investire di più per non perdere visibilità.

Queste pratiche hanno reso difficile la concorrenza di altre agenzie di viaggio online e limitato la libertà degli hotel spagnoli, dove Booking.com deteneva tra il 70% e il 90% del mercato.

Booking.com aveva già annunciato che avrebbe ricorso, definendo la multa “sproporzionata”.

La sentenza europea che cambia tutto 🇪🇺

Nel settembre 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegali le clausole di parità tariffaria che Booking.com imponeva agli hotel da oltre vent’anni.

👉 Cosa significa?

Gli hotel erano obbligati a mantenere lo stesso prezzo ovunque, impediti quindi dal proporre tariffe più basse sui propri siti o su altri canali. Così i viaggiatori hanno finito per pagare sempre la tariffa piena, gonfiata dalle commissioni (10–25%) trattenute dalla piattaforma.

La Corte ha stabilito che queste clausole non erano né necessarie né proporzionate al funzionamento della piattaforma e violavano le leggi europee sulla concorrenza.

La class action degli hotel 🏨

Sulla scia della sentenza, il 7 agosto 2025 oltre 10mila hotel europei hanno avviato una class action coordinata da Hotrec (associazione europea degli albergatori) e dall’Hotel Claims Alliance.

  • In questa class action, gli hotel stanno chiedendo il risarcimento dei danni subiti dal 2004 al 2024.

  • Il procedimento sarà seguito da un tribunale nei Paesi Bassi, dove Booking.com ha sede legale.

  • L’obiettivo: recuperare miliardi di euro persi in vent’anni di concorrenza falsata.

Alexandros Vassilikos, presidente di Hotrec, ha dichiarato:

"Dopo anni di condizioni inique, è arrivato il momento di chiedere giustizia".

Anche i consumatori si muovono 👥

Non solo gli hotel: anche i viaggiatori si stanno mobilitando. In Olanda, due associazioni di consumatori hanno avviato un’azione parallela, sostenendo che i prezzi artificialmente gonfiati abbiano fatto spendere ai clienti centinaia di milioni in più.

In pochi giorni si sono registrati 180mila consumatori.

Cosa succede adesso? 🚀

Con la multa spagnola, la sentenza europea e la class action, Booking.com si trova davanti a uno dei momenti più delicati della sua storia. La piattaforma, che oggi controlla il 71% del mercato europeo delle prenotazioni online, rischia non solo miliardi di euro di risarcimenti, ma anche un ridimensionamento della sua influenza.

Intanto, il Digital Markets Act europeo – entrato in vigore nel 2024 – ha già vietato definitivamente le clausole di parità ai “gatekeeper” come Booking.com.

La domanda ora è:

  • Gli hotel riusciranno finalmente a riconquistare più libertà e margini?

  • I consumatori potranno presto approfittare di tariffe più trasparenti e competitive?

Noi Pirati terremo d’occhio la situazione per capire se questa decisione storica cambierà davvero il futuro delle prenotazioni online.

Fonti: CNMC, Cinco Días, Yahoo Finance, Interia, rp.pl

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