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Novità dal fronte Ryanair: solo un paio di settimana fa vi raccontavamo di 29 nuove rotte attivate per l'inverno da vari aeroporti italiani, eppure il prossimo anno potrebbe rivelarsi più difficile del previsto per i nostri cieli.
Una lunga intervista concessa da Jason McGuinness, Chief commercial officer del gruppo Ryanair al quotidiano Corriere della Sera, sembra infatti prevedere un anno ancora difficile per il trasporto aereo. La carenza di aeromobili dovuta a cause diverse e i costi più alti per volare in Italia potrebbero infatti convincere la compagnia irlandese ad aumentare i prezzi o a spostare alcuni aerei basati nei nostri aeroporti in altri paesi europei, con una conseguente riduzione di rotte per la prossima programmazione estiva (che per le compagnie parte già da marzo).
Vediamo tutti i dettagli insieme qui di seguito!
A creare una situazione davvero difficile per tutto il comparto aereo è un'insieme di fattori che contribuiscono insieme a rendere difficile per le compagnie aeree l'obiettivo di seguire la domanda in forte crescita.
Uno dei problemi principali è che i motori di ultima generazione Pratt & Whitney Geared Turbofan, più efficienti ed economici e per questo montati su molti degli aerei più nuovi (come Airbus A320neo, A321neo, A220 e gli Embraer E2, aerei per distanze brevi e medi e molto usati in Europa), si stanno rivelando più fragili del previsto. La società Rtx che li produce a settembre ha annunciato il richiamo di ben 1.200 motori (su circa 3.000 esistenti) per una manutenzione che è peraltro molto lunga (più di 250 giorni).
Questo significa che un numero considerevoli di aerei in servizio in Europa sarà costretto a rimanere a terra nel 2024: la sola Wizz Air prevede infatti di mandare in manutenzione 42 velivoli nei prossimi mesi.
Negli ultimi 5 anni, complice anche la pandemia, il ritmo di produzione dei nuovi velivoli è molto calato e sono stati realizzati ben 3.000 aerei in meno rispetto ai programmi e agli ordini. La forte ripresa della domanda di voli nell'ultimo anno ha creato una situazione per cui i tempi di consegna previsti scontano ormai un ritardo di 6 mesi, quando non di 12.
Molte compagnie si sono rivolte allora alle società di leasing, ma questo non ha fatto altro che aumentare il prezzo del noleggio, con aumenti fino al 40%.
Anche un semplice intervento di manutenzione può bloccare un aereo per mesi, da un lato perché gli slot nei centri di manutenzioni sono tutti prenotati per mesi, dall'altro perché mancano i pezzi di ricambio.
Per il dirigente Ryanair, per tutti i problemi sopra descritti sarà impossibile raggiungere per l'estate 2024 gli stessi livelli di quella pre-pandemica del 2019. E per McGuinnes, se il contesto generale vedrà meno disponibilità di aerei, il problema dell'intera sistema italiano (dagli aeroporti ai servizi di navigazione aerea) si farà sentire, perché è più caro rispetto ad altri.
Per Ryanair i problemi italiani sui costi sono di diversa natura. C'è ad esempio l'addizionale comunale per le partenze (6,5€ o più a seconda degli aeroporti, fino ai 9€ di Venezia), che non esiste in altri aeroporti europei come i nostri diretti concorrenti in Spagna, e crea uno svantaggio competitivo.
Poi ci sono le spese per i servizi di navigazione, che sono in Italia più cari del 70% rispetto alla Spagna.
Infine c'è il problema di alcuni aeroporti cruciali come Ciampino, dove Ryanair vorrebbe lanciare un'offerta maggiorata per Sicilia e Sardegna, ma è impossibile per il limite rigido di 65 tra arrivi e partenze nello stesso giorno sullo scalo. Per la compagnia portare gli stessi voli aggiuntivi a Fiumicino, uno degli aeroporti più cari dove opera, ha invece meno senso.
Per McGuinnes quindi sarà inevitabile un aumento dei costi dei biglietti, anche perché il costo del cherosene rimane alto e gli stessi aeroporti europei hanno deciso di alzare le loro tariffe.
Per le ragioni elencati non sarà possibile nemmeno possibile aumentare le tratte da e per gli aeroporti italiani, proprio perché in contesto nel quale la capacità aggiuntiva fornita dai nuovi aeromobili in arrivo è molto richiesta in tutta Europa, e la compagnia andrà dove potrà firmare accordi più vantaggiosi. Se anche dovessimo rimarremo sui livelli del 2023, saremmo comunque molto distanti rispetto all'offerta della programmazione estiva 2019.
Sono da leggere in questo senso probabilmente la grande offerta nei Balcani (non solo l'Albania, in grande crescita) e i grandi investimenti in Marocco, dove per la prima volta Ryanair comincerà ad operare anche voli interni.