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Intervista a Vera Prada, cofondatrice di "Vite Storie di Vino e di Donne"

Vera Prada, una Brand Storyteller impegnata nell'empowerment al femminile

Pubblicato da
Mara Zatti·20/05/2021
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Vera Prada (a destra nella foto), Brand Storyteller da sempre impegnata nell'empowerment femminile e giovanile, ci racconta come, a fine 2020, in piena pandemia, abbia deciso di dare il via insieme ad Agnes Antal (a sinistra nella foto) a un nuovo progetto perfettamente in linea con quello in cui crede. Nasce così "Vite Storie di Vino e di Donne", il luogo online dove le donne che amano il vino e quelle che lo producono si incontrano, creato per sostenere le produttrici vitivinicole italiane, duramente colpite dalla situazione economica conseguente alla pandemia. E questo è solo l'inizio…

Dettagli

Raccontaci un po’ di te!

Mi chiamo Vera Prada, ho 30 anni, vivo in un paesino di campagna poco lontano da Milano e sono una Brand Storyteller, cioè mi occupo di progettare racconti di persone e aziende sul web e nel digitale. Sono laureata in Sociologia dei processi Culturali e Comunicativi, con un master in Project Management per la Comunicazione Multimediale. Sono da sempre impegnata nell’empowerment femminile e giovanile, sono capo scout, socia di She Tech e Circle Leader di Lean In, con cui ho creato un percorso rivolto a giovani professionisti e professioniste per dare un taglio alla sindrome dell’impostore, in particolare nel mondo del lavoro. Sono anche giornalista, amo raccontare storie che penso abbiano bisogno di essere raccontate.

Insieme a Agnes Antal hai dato il via a Vite Storie di Vino e di Donne, un progetto per dare visibilità a produttrici vitivinicole italiane. Ce ne parli?

A fine 2020, in un periodo lavorativamente complesso per entrambe, ho creato, insieme alla mia amica Agnes Antal, Vite storie di vino e di donne, il luogo online dove le donne che amano il vino e quelle che lo producono si incontrano. Lo abbiamo creato per sostenere le produttrici vitivinicole italiane, duramente colpite dalla situazione economica conseguente alla pandemia. È un progetto che nasce dall’impegno per l’empowerment femminile e dalla passione per il vino che ha sempre contraddistinto la nostra amicizia. Tra l'altro, io e Agnes abbiamo anche due professionalità che sono complementari, così per Vite io mi occupo di storytelling, comunicazione e pubbliche relazioni. Agnes, laureata in Economia e Sales & Community Specialist, si occupa invece dei rapporti commerciali e di partnership.

Abbiamo scelto di sostenere le produttrici, che chiamiamo "artigiane dell’uva", attraverso l’acquisto di cofanetti degustazione che contengono un vino, scelto dalla produttrice stessa perché rappresentativo della sua arte e della sua storia; la storia della produttrice, raccontata da lei stessa in formato testo o video; e una degustazione guidata, sempre in formato video o testo, che permette l’incontro speciale tra una donna che ama il vino e la donna che lo ha prodotto. Abbiamo pensato il cofanetto con l’obiettivo di poter sempre avere la possibilità di degustare un buon vino con consapevolezza ascoltando una storia da cui imparare qualcosa di nuovo e lasciarci ispirare. Allo stesso tempo abbiamo anche voluto donare la possibilità a tutte le donne di entrare in contatto con queste storie, di resilienza, coraggio e sogni da realizzare, e di scoprire i loro vini, prodotti italiani artigianali, unici nel loro genere, fatti con amore, competenza e vocazione.

Ci piace pensare che con Vite possiamo ispirare le donne a realizzare i propri progetti e aspirazioni, partendo dalle proprie passioni e da quella che sentono essere la propria vocazione. Crediamo in noi donne, nei nostri progetti, nei nostri sogni. Crediamo che intrecciare connessioni le une con le altre sia il modo migliore per raggiungerli.

I vini e le donne protagoniste del progetto provengono un po’ da tutta Italia. C’è un vino o una storia che ti ha colpito particolarmente?

Facciamo molta attenzione a selezionare le realtà dove la donna è protagonista in tutte le fasi e luoghi della produzione del vino. Lo troviamo davvero importante proprio per l’obiettivo di Vite: mettere in risalto le storie delle artigiane dell’uva perché siano davvero di ispirazione per le altre donne e per apprezzare ancora meglio il lavoro e la dedizione che c'è dietro una bottiglia di vino. Ad oggi abbiamo 15 produttrici sulla nostra piattaforma e altre stanno arrivando in questo mese. Siamo felici di accogliere tutte le cantine a conduzione femminile, ed ampliare ancora di più i territori di provenienza.

Ho sentito il bisogno di creare Vite perché volevo restituire quello che le storie delle artigiane dell’uva mi avevano donato mentre mi trovavo in un momento professionalmente, e umanamente, difficile: eravamo in piena pandemia. Amo tutte le storie, per motivi diversi. C’è Chiara Ciavolich, che dall’Abruzzo fa il vino per portare avanti la tradizione di famiglia e dice “faccio il vino perché voglio rispondere che sono proprio io al comando a tutti quelli che mi guardano curiosi e si son sempre aspettati un uomo dietro di me”. Poi c’è Chiara Cane, dal Piemonte, che dice “i miei vini mi rappresentano, sono vini di carattere, appassionati e testardi, con una punta di dolcezza” oppure ancora Filomena Greco, dalla Calabria, “Del mio lavoro amo la fortuna di poter vedere trasformare un prodotto della natura in un prodotto degli dei che allieta il cuore dell’essere umano. È faticoso come qualsiasi attività legata alla terra, ma dà anche tante soddisfazioni”.

Dal successo di questa esperienza è nata anche l’idea di un progetto di formazione aziendale rivolta a gruppi di lavoro al femminile, con protagoniste le stesse produttrici. Cosa prevede?

Grazie ai riscontri positivi di questi primi mesi, abbiamo da poco anche iniziato a sviluppare un ramo del progetto più ampio che coinvolgerà le aziende. Stiamo lavorando per costruire un’occasione di formazione per gruppi di lavoro e per professioniste occupate in realtà che desiderano migliorare le proprie competenze in termini di leadership, coinvolgimento, diversity&inclusion e community building. In questo, metodi di narrazione ed educazione non formale e l’incredibile storia delle artigiane dell’uva, anch’esse coinvolte in prima persona, potranno a nostro parere fare tanto per promuovere la presenza delle donne nelle posizioni apicali delle organizzazioni.

Progetti per il futuro?

Io e Agnes siamo felicissime della strada percorsa. Sei mesi fa abbiamo creato questo progetto in sole tre settimane, oggi sogniamo di farlo crescere, di accogliere sempre più artigiane dell’uva, con le loro storie e i loro vini. Quest’estate saremo impegnate in un tour che ci consentirà di incontrarle e farle incontrare a tutte donne che amano il vino e che desiderano prendere ispirazione dalle loro storie.Continueremo a sostenerle, attraverso la vendita dei cofanetti e anche queste attività in cantina che stiamo progettando proprio insieme a loro in questi giorni: a partire dal mese prossimo nei cofanetti degustazione sarà infatti inserito un invito speciale per andare a visitare le artigiane dell’uva di persona cogliendo la straordinaria opportunità di assaggiare i loro vini nel luogo dove sono stati prodotti.

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