Sì, gli hotel stanno diventando sempre più cari e Airbnb è ormai una scelta super popolare per chi cerca un alloggio accessibile e autentico—magari in quartieri meno turistici e più "local".
Ma non ovunque l'arrivo degli affitti brevi è stato accolto a braccia aperte...
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Negli ultimi anni Airbnb è diventato il punto di riferimento per chi viaggia: appartamenti originali, prezzi spesso più bassi rispetto agli hotel, ideali per famiglie o gruppi di amici che vogliono condividere spazi più ampi.
Tutto fantastico—per viaggiatori e viaggiatrici.
Ma per chi risiede in queste città, il boom degli affitti brevi ha significato affitti alle stelle, turismo di massa nei quartieri residenziali e una trasformazione dell’identità locale. E adesso? Alcune città stanno passando al contrattacco.
🎯 Da New York a Barcellona, ecco 10 destinazioni che stanno regolando (o vietando del tutto) Airbnb & Co.
Dal settembre 2023, la Local Law 18 ha rivoluzionato gli affitti brevi: vietati gli affitti inferiori a 30 giorni se il/la proprietario/a non è presente in casa e con un massimo di due ospiti. Risultato? Gran parte delle inserzioni su Airbnb è scomparsa.
Nel giugno 2024 la città ha annunciato una mossa storica: stop a tutti gli affitti brevi entro il 2028. L’obiettivo? Restituire 10.000 appartamenti al mercato degli affitti a lungo termine e contrastare la crisi abitativa.
Qui è consentito solo l’home sharing: il/la host deve essere presente durante il soggiorno. Niente case intere in affitto, registrazione obbligatoria e regole rigidissime.
Nel cuore del centro storico non verranno più rilasciate nuove licenze per affitti brevi. La misura mira a frenare lo spopolamento del centro e tutelare il diritto alla casa dei/lle residenti.
Per affittare su Airbnb serve un permesso ufficiale, e chi trasgredisce può beccarsi multe fino a 500.000 euro. La città è in prima linea per proteggere l’offerta abitativa a lungo termine.
A partire da luglio 2024, massimo 90 notti all’anno per ogni affitto breve, su tutto il territorio cittadino. Un’estensione delle regole che prima si applicavano solo ad alcune zone.
Qui niente affitti brevi se non si vive nella proprietà. Obbligatorio avere licenza commerciale, assicurazione, e rispettare limiti di capienza. Vegas sì, ma con regole ferree.
Solo gli alloggi registrati possono offrire affitti brevi e il soggiorno è limitato a 3 notti massimo. Una risposta all’impatto del turismo sulle comunità locali.
Dopo un incendio in un Airbnb illegale nel 2023, il Québec ha stretto le maglie: tutte le inserzioni devono avere un permesso valido, e anche le piattaforme rischiano multe salate se ospitano annunci fuorilegge.
Qui gli affitti brevi sono consentiti solo per 30 notti all’anno, con obbligo di registrazione. Alcuni quartieri hanno imposto il divieto totale.
Le città coinvolte vogliono trovare un equilibrio tra il turismo e la qualità della vita dei/delle residenti. Airbnb ha rivoluzionato il modo di viaggiare, ma anche il modo di vivere in molte destinazioni.
La sfida è aperta: trovare soluzioni sostenibili che non penalizzino né chi vive, né chi viaggia.
Se stai organizzando un viaggio e hai messo gli affitti brevi nel mirino, verifica sempre le regole locali: in molte città servono permessi, limiti di notti o la presenza del/della proprietario/a. E occhio alle zone dove Airbnb è completamente vietato—potresti incorrere in cancellazioni all’ultimo minuto o multe impreviste.
✨In alternativa, dai un’occhiata agli hotel boutique, agli ostelli di design o alle guesthouse gestite da famiglie locali: potresti scoprire autentiche chicche!
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